I “responsabili” della nostra miseria.
La crisi che scuote dalle fondamenta il sistema capitalista ha unificato le varie frazioni della borghesia, che trovano nell’unità di classe contro il proletariato, gli operai, i disoccupati, i pensionati, il loro comune interesse: la difesa del sistema del lavoro salariato.
Le misure anti-covid decise dal governo e dalle regioni aumentano ancor più le diseguaglianze sociali, in un paese che ha già milioni di poveri, trasformano ogni giorno di più i contrasti di classe in conflitti sociali.
Le varie frazioni della classe dominante, tramite i loro partiti di riferimento (sia di centrodestra sia di centrosinistra), fanno finta di litigare, ma sono sempre pronte a unirsi quando il loro sistema di potere e di dominio scricchiola e vacilla sotto i colpi della crisi; ecco che allora viene fuori l’interesse comune della classe borghese.
I provvedimenti governativi e regionali, hanno colpito duramente solo gli strati proletari (alcuni stanno ancora aspettando la cassa integrazione da maggio) e la piccola borghesia, ma non hanno toccato le multinazionali, la finanza, le grandi banche e hanno conservato tutti i privilegi della casta politica borghese, concedendo in più nuove agevolazioni alla Confindustria.
La manovra del governo - il lockdown – ha avuto conseguenze disastrose sulle condizioni di vita e di lavoro dei proletari ed è di una violenza inaudita.
Si toglie ai poveri per dare ai ricchi.
Ma anche in piena crisi di covid19 aumentano le spese militari con nuovi impegni in Sahel e nel Golfo di Guinea, mandando soldati a occupare territori sovrani in altri paesi per rapinare petrolio, gas e altre risorse sperando che il bottino sia sempre migliore.
A oggi sono 41 gli impegni all’estero del governo italiano con 8.600 militari, schierati dal Golfo di Guinea all’Afghanistan per la difesa degli “interessi nazionali e il contributo alla pace e stabilità internazionale”, con l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2 per cento del Pil entro il 2024.
Rafforzato anche l’impegno in Libia con EuNavForMed-Irini, la missione al comando dell’ammiraglio Fabio Agostini che punta a garantire l’embargo sancito dall’Onu.
L’Italia vi parteciperà con un contributo di 500 militari, un’unità navale e tre mezzi aerei, da aggiungere agli assetti (ancora pochi), messi a disposizione degli altri Paesi.
La spesa militare italiana nel 2020 è aumentata di oltre il 6% rispetto al 2019, ha superato i 26 miliardi di euro su base annua, equivalenti a una media di 72 milioni di euro il giorno.
In base all’impegno preso con la Nato, tale spesa dovrà continuare a crescere fino a raggiungere una media di circa 100 milioni di euro al giorno.
Anche in tempi di pandemia c’è chi si arricchisce e chi muore di fame. Il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari che significa una riduzione del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, il peggioramento della sanità, della scuola e dei servizi sociali colpisce milioni di persone che già faticavano a mettere insieme il pranzo con la cena, agevolando solo gli sfruttatori.
La ricchezza dei borghesi è frutto della nostra miseria, non è possibile nessuna unità fra sfruttati e sfruttatori.
La verità è che i nostri nemici sono in casa nostra e sono quelli di sempre: i padroni e i loro governi di centro destra e centrosinistra, insieme ai loro servi, politici e sindacalisti sul loro libro paga.
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”