PADRONI E BOIA
Il 28 ottobre il governo “giallorosso” tramite la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in accordo con il capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli hanno deciso di promuovere alla carica di vicequestore due agenti condannati in via definitiva per le violazioni dei diritti umani commesse ai danni dei manifestanti del G8 di Genova del 2001.
I due funzionari colpevoli e condannati definitivamente dalle stesse leggi borghesi per gravissimi reati sono Pietro Troiani e Salvatore Gava, entrambi condannati a 3 anni e 8 mesi di detenzione insieme a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Troiani aveva introdotto due molotov all’interno della scuola Diaz per dare sostanza all’alibi del blitz della “macelleria messicana” portato dalla polizia (ovvero che i manifestanti si preparavano ad atti di violenza), mentre Gava aveva falsamente testimoniato del rinvenimento per giustificare l’irruzione nella scuola Diaz e il massacro dei compagni all’interno.
I due poliziotti prima sospesi erano stati reintegrati già nel 2017 con posizioni di comando. Troiani diventò dirigente del Centro operativo autostrade di Roma e Lazio, mentre Gava divenne responsabile dell’Ufficio di collegamento interforze del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip) in Albania. Anche altri loro colleghi coinvolti nei fatti di Genova del 2001 hanno subito la stessa fortunata sorte di reintegro totale dopo le (poche) condanne pervenute.
Ancora una volta si evidenzia come la democrazia borghese, la “legalità borghese ” è la forma più utile al capitale e alle multinazionali per sottomettere e sfruttare in pace i proletari facendogli credere di essere liberi, reprimendo invece con la violenza chi mette in discussione il loro potere o il profitto.
Per lo stato dei padroni l’unica violenza ammessa e legalizzata è quella costituzionale dello sfruttamento del capitale sul lavoro salariato, e la grazia e la promozione concessa ai loro servi responsabili del loro braccio armato lo dimostrano.
I padroni sono sempre riconoscimenti con i loro servi e boia, ma i proletari non dimenticano. 04