Pellegrini fanatici in Campidoglio
di Cecilia Zamudio (*); da: cecilia-zamudio.blogspot.com; 10.1.2020
Sulla momentanea occupazione del Congresso statunitense da parte delle orde fanatiche della corrente ‘trumpista’, che hanno fatto irruzione nel Campidoglio con sorprendente facilità il 6 gennaio 2021, bisogna dire che le forze repressive - di solito - non fanno entrare nemmeno uno spillo di protesta nel Congresso.
Le affollatissime proteste di “Black Lives Matter” (le vite nere contano) contro gli assassinii di persone afrodiscendenti perpetrati reiteratamente dalle forze di polizia statunitensi e contro il razzismo istituzionale non hanno potuto spezzare i cordoni polizieschi, come non l’hanno potuto fare le proteste contro le guerre imperialiste o quelle che, in qualche modo, mettevano in discussione il sistema; invece, con sorprendete facilità, l’hanno fatto le orde fanatiche della destra più alienata, che ovviamente non ha alcuna rivendicazione di fondo, strutturale, contro il sistema imperante.
Gli assaltanti tollerati nel Congresso rappresentano la popolazione più alienata da questo sistema; la loro azione in difesa di un magnate capitalista rispetto ad altre pedine del sistema è gestita con passione perché credono realmente che, appoggiando un capitalista, stanno “lottando per la libertà” (ovviamente il loro concetto di “libertà” è una truffa imposta dal sistema stesso).
Per questo li hanno lasciati entrare. Solo dopo che sono avvenuti lo spettacolo dei selfie e delle immagini rocambolesche le forze repressive sono entrate a sloggiare i “pellegrini”.
Tra gli occupanti del Congresso - fanatici religiosi, nazionalisti, militanti dell’aberrante “suprematismo bianco” e altre follie – è spiccato per il suo vestiario un tipo con copricapo di pelle con le corna e il petto nudo, pieno di simbologie contraddittorie, che si è anche fotografato nella tribuna del Congresso e durante scambi verbali con la inusualmente “gentile” polizia.
In un’intervista di mesi fa il tipo, di nome Jake Angeli, esprimeva il pensiero anticomunista e saturo di confusione che l’apparato di alienazione del capitalismo è riuscito a impiantare in non poche persone. Angeli affermava che il suo obiettivo era “recuperare la nostra nazione dai comunisti e dai globalisti che si sono infiltrati nel nostro Governo fino ai livelli più alti per distruggerlo dall’interno e creare un nuovo ordine mondiale” (1).
Nel pensiero confuso che i mezzi di alienazione della borghesia sono riusciti ad imporre nelle menti come quella di Angeli, c’è un’incoerenza destinata ad impedire qualsiasi possibilità di analisi e comprensione della realtà. L’idea è seminare la confusione per esaltare il fascismo funzionale alla borghesia, il fascismo che finge di mettere in discussione l’ingiustizia proprio mentre la sostiene.
Questo confuso pensiero fascistoide non capisce che l’attuale ordine mondiale è il capitalismo, che il capitalismo è multinazionale ed opera il suo saccheggio a livello globale, che ogni giorno approfondisce lo sfruttamento e il saccheggio: che non vi è nulla di “nuovo ordine” nell’aumento dello sfruttamento se non il fatto che è l’evoluzione logica dell’attuale sistema, che il carattere “globalista” è consustanziale all’espansione capitalistica e che lo stesso magnate – Trump – perpetua il saccheggio capitalistico a livello locale e globale e si risciacqua la bocca con il discorso “protezionista” per ingannare le sue orde; che il comunismo che odiano tanto non ha niente a che vedere proprio con il capitalismo.
I soggetti alienati fino a questo punto non capiscono che ciò che li opprime non sarà cambiato da un “messia” né da un magnate capitalista. Bisogna mettere in discussione questo sistema dalla radice per ottenere dei cambiamenti a favore dell’emancipazione umana e della natura, non difendere il fascismo sistemico.
L’ignoranza è il brodo di coltura per il fascismo; l’ignoranza è propiziata dal capitalismo, un sistema di profonda ingiustizia sociale in cui la classe dominante mantiene la sua egemonia tramite l’alienazione e la violenza repressiva; il fascismo è lo strumento di scontro della borghesia per perpetuare il capitalismo.
Così la borghesia si assicura, tramite l’alienazione, che persino gli oppressi difendano ferventemente i loro oppressori.
Finito il circo, il Congresso ha reso effettiva la presidenza di Biden, altra pedina del capitalismo. Non è il caso di ingannarci, per quanto sia ripugnante Trump, sul carattere ugualmente imperialista e depredatore della nuova presidenza degli Stati Uniti.
Tutto questo circo serve ai media statunitensi ed internazionali a continuare la loro propaganda destinata a far credere alla presunta “alternanza democratica” che tale non è nel capitalismo, perché governano sempre gli stessi poteri economici, indipendentemente dal nome del presidente di turno.
Ma essi verseranno fiumi di inchiostro e satureranno le trasmissioni con il tema della presunta “democrazia in pericolo e recuperata”, in modo da sostenere i meccanismi più che screditati di un sistema putrefatto.
Sostenere l’inganno dell’esistenza di una presunta “democrazia” sotto il capitalismo è la pietra angolare della narrazione che perpetua il sistema, ancor più trattandosi della potenza imperialista che ha scatenato più aggressioni contro le libertà dei popoli del mondo nell’ultimo secolo, che ha promosso più colpi di Stato contro governi non completamente inginocchiati al saccheggio capitalista, che più piani di ingerenza e di sterminio contro i movimenti rivoluzionari ha spinto in tutto il mondo.
L’imperialismo statunitense ed europeo ha pianificato stermini di massa, addestrando anche, nell’uso di strumenti repressivi ufficiali e paramilitari, in tecniche di tortura e di guerra ‘sporca’ regimi sanguinari (come in Colombia, per citare un enorme genocidio contro l’opposizione al saccheggio); ha scatenato guerre imperialiste con il più orrendo numero di bombardamenti, con l’uso dei mercenari, l’imposizione di regimi che siano totalmente servili al capitalismo multinazionale (come ha fatto contro la Libia, l’Iraq, ecc.). L’imperialismo ha fomentato l’integralismo religioso per combattere i processi di emancipazione dei popoli (come l’ha fatto contro l’Afganistan, creando i Talebani che hanno distrutto l’emancipazione afgana e che fino ad oggi regnano sotto gli auspici statunitensi); ha fomentato il paramilitarismo, le “maras” (bande criminali) e il “caos controllato” con l’intenzione di “uccidere fin dall’uovo” ogni possibilità di organizzazione politica solida con carattere di classe, che metta in discussione il feroce saccheggio capitalista.
L’imperialismo ha bloccato e sabotato paesi (come Cuba) nel costante tentativo di cancellare dalla faccia della terra ogni tentativo di sistema socio-economico che non sia il capitalismo.
Gli Stati Uniti e l’Europa, con il loro profondo carattere imperialista e anti-democratico, hanno bisogno di rispolverare ogni tanto la favola della “democrazia”, e più che mai in momenti storici di accelerazione esponenziale dell’accumulazione capitalista e di acutizzazione degli antagonismi di classe, quando l’ingiustizia sociale ulula la sua sofferenza nelle metropoli capitaliste stesse.
La sceneggiata di Trump, conoscitore di prima mano dei reali meccanismi del sistema, è forse parte di un macro-teatro o forse la sceneggiata genuina di un megalomane; quello che è chiaro è il come l’apparato mediatico del sistema estende i suoi circhi.
La borghesia ha montato e controlla al millimetro il gioco elettorale (soprattutto in paesi come gli Stati Uniti) perché la classe lavoratrice creda di “scegliere” qualcosa, quando in realtà è la borghesia che detta in gran parte chi deve essere “scelto”, visto che senza somme multimilionarie nessuno può fare una campagna elettorale; e più precisamente la borghesia finanzia i suoi candidati (a volte vari nello stesso momento) che le renderanno moltiplicati gli investimenti assicurandosi i bilanci degli Stati.
I bilanci pubblici di solito vengono gestiti per arricchire le grandi fortune. I gestori dello Stato borghese riversano somme milionarie nelle banche private, alle grandi imprese, al complesso militare-industriale, alle enormi multinazionali, lasciando misere briciole per i bilanci della sanità, dell’educazione, delle pensioni, dei servizi sociali, ecc.
Sotto forma di “contratti”, “sussidi”, ecc., gli Stati borghesi perpetuano un costante travaso del denaro pubblico al capitale privato.
Ci vendono la frode per eccellenza che, sotto il capitalismo, esista la “democrazia” (governo del popolo, etimologicamente) quando in realtà è la classe borghese a dettare cosa si fa e come si fa. Il concetto di ‘Dittatura del Capitale’ è senza dubbio il più adeguato alla realtà che viviamo, nel senso che ciò che un pugno di capitalisti decide si impone sull’immensa maggioranza della popolazione, attraverso meccanismi diversi.
La proprietà dei mezzi di produzione assicura ai loro padroni il potere sulla classe lavoratrice, obbligata a vendere la sua forza lavoro per sopravvivere; la proprietà dei mezzi e dell’industria culturale assicura alla classe dominante l’egemonia ideologica imponendo paradigmi alienanti destinati alla banalizzazione dello sfruttamento e alla divisione della classe lavoratrice (razzismo, classismo, machismo, xenofobia, individualismo e superconsumismo sono costantemente promossi); l’apparato dello Stato, funzionale alla borghesia, assicura il mantenimento dell’ordine sociale ingiusto mentre si veste con l’ingannevole abito di “democrazia” e si profuma con “costituzioni” i cui diritti basici (come la casa, la salute universale, l’educazione) sono ripetutamente violati mentre viene privilegiata la rapina di una élite che distrugge la sanità, espelle milioni di famiglie dalle loro case, intossica l’alimentazione, privatizza l’educazione, fa giochi criminali con le pensioni, ecc.
La repressione, la violenza e lo sterminio si incaricano di coloro che non soccombono all’alienazione e si oppongono ad un sistema di sfruttamento e barbarie concatenati.
Come classe lavoratrice è importante che cerchiamo di distinguere tra il grano e il loglio, che comprendiamo il funzionamento strutturale dell’attuale sistema che ci opprime, che non permettiamo che la borghesia ci inganni con il reiterato circo destinato a mantenere la nostra visione alla superficie; è necessario che alziamo i livelli di coscienza per poter nutrire la necessaria lotta per abolire il capitalismo; perché abolire questo sistema di classe che depreda l’umanità e il pianeta è un imperativo vitale.
(*) Scrittrice, poetessa, giornalista spagnola, lavora con vari mezzi di informazione alternativi.
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)