Navalny

Non bastava il "Mandela russo". Per il Corriere Navalny è come Mazzini e Garibaldi

·         di Carlo Formenti (*); da: antidiplomatico.org; 28.1.2021

 

 

Quando pensi che la stampa mainstream (il quotidiano La Stampa) abbia toccato il fondo paragonando il nazionalista di destra russo Navalny a Nelson Mandela, il grande leader sudafricano che ha lottato per tutta contro il regime dell’apartheid, il Corriere decide di andare oltre e iniziare a scavare per andare ancora più in basso. In un articolo vergato da Aldo Cazzullo, il nostro liberale infatuato dei fascisti alla Navalny, si spinge fino a definire il blogger un eroe, paragonandolo addirittura a Mazzini e Garibaldi. Risulta anche difficile scrivere ulteriori commenti. 

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Il Corriere va alla guerra; così mentre è impegnato a spalleggiare Renzi per liquidare Conte e i residui ostacoli al "ritorno alla normalità" (basta con l'assistenzialismo, via libera ai licenziamenti, governo tecnico schierato con l'Europa, ma soprattutto con gli Stati Uniti, perché l'Europa ha la colpa di non allinearsi abbastanza con il dominus d'Oltreoceano, la ripresa economica val pure qualche decina di migliaia di morti in più, ecc.) non perde occasione di chiamare l'opinione pubblica alle armi contro gli imperi del male russo e cinese.

 

Dopo la filippica dell'altro giorno di Fubini contro Xi Jinping, oggi tocca all'ineffabile Cazzullo sparare a zero contro Putin, gridando a voce spiegata che Navalny è un  eroe(!) paragonandolo, udite udite, a Mazzini e Garibaldi e lamentando che, mentre quei due erano idolatrati in tutto il mondo, il povero Navalny non se lo fila nessuno. Forse perché, come ammette lo stesso Cazzullo, somiglia incredibilmente ai generali bianchi che combattevano contro la Rivoluzione d'Ottobre. Infatti è noto che la sua è una formazione nazionalista di destra radicale (come quelle che hanno guidato la "rivoluzione colorata" in Ucraina).

 

Ma questo a Cazzulo va benissimo, purché metta i bastioni fra le ruote al mostro Putin (per inciso: in un passaggio dell'articolo il nostro schizza veleno anche contro la Merkel, che parla russo e negli incontri internazionali inciucia fitto fitto con Putin: vatti a fidare di questa gente che arriva dalla DDR...).

 

Ciò che più fa ribrezzo di certi liberal fascisti nostrani è il fatto che non hanno il fegato di sventolare la bandiera nera in patria: preferiscono inneggiare a chi la sventola in altri Paesi.

 

 

(*) Giornalista, professore e ricercatore in pensione

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