Gloria imperitura alla Comune di Parigi nel suo 150° anniversario
di Atilio Boròn (*); da: rebelion.org; 20.3.2021
Il primo governo operaio della storia: soppressione dell’esercito, suffragio universale, revoca dei mandati, funzionari retribuiti con stipendi uguali al salario operaio, separazione Chiesa/Stato, educazione laica e gratuita, legislazione del lavoro avanzata, internazionalismo, fraternità, solidarietà.
Per 72 giorni il potere rimase nelle mani del popolo! Fu troppo per la borghesia francese e per gli invasori tedeschi di Otto von Bismarck, che avevano sconfitto e umiliato le truppe del 2° Impero francese con alla testa Luigi Bonaparte.
La lotta di classe, la necessità di cancellare dalla faccia della terra il ricordo eroico della Comune contarono più delle centenarie rivalità nazionali tra francesi e tedeschi, e li affratellarono nello schiacciare l’insolente ribellione di Parigi.
Entrambi avevano appena finito di scontrarsi nella Guerra Franco-Prussiana, ma unirono le loro forze per reprimere e dare una lezione alle parigine e ai parigini insorti.
L’inevitabile sconfitta militare della Comune fu il preambolo di un massacro di proporzioni spaventose: si scatenò una feroce caccia che finì con 17.000 uomini e donne assassinati senza alcun processo - uomini, donne, ragazzi catturati come animali nelle strade di Parigi e mandati a morte. 40.000 prigionieri caddero nelle mani dell’esercito, molti dei quali sarebbero stati fucilati in seguito e altri deportati.
Così fu restaurato “l’ordine”, cioè la dittatura borghese sotto la farsa repubblicana.
Lezione da non dimenticare mai: la destra sarà implacabile contro qualsiasi governo che cerchi di alterare l’ordine sociale esistente e le relazioni di potere. Anche se lo fa gradualmente e moderatamente, muovendosi all’interno delle istituzioni stesse della “democrazia capitalista”.
Così successe ieri, succede oggi e succederà domani: una legge storica, direi.
Non solo in Francia ma in qualsiasi parte del mondo. E specialmente in America Latina, come ben si sa (o si dovrebbe sapere), dove il carattere brutale e sanguinaria della destra, potenziato dai nefasti influssi dell’imperialismo nordamericano, è emerso con chiarezza in tutti i nostri paesi, nel corso della storia.
Non ve n’è uno che possa dire di essersi salvato dalla barbarie repressiva della destra.
Parafrasando l’avvertimento del Che sull’imperialismo americano: “alla destra non si può credere neanche un pochino così!”.
(*) Politologo argentino
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S. Giovanni)