Primo maggio, pandemia e battaglie operaie per l'emancipazione
Il ritornello del "siamo tutti nella stessa barca" ormai non regge più
Capitalismo e imperialismo unificando il mercato mondiale hanno creato un proletariato e una classe operaia internazionale sfruttata e con gli stessi interessi. Anche se divisi da confini
nazionali, colore della pelle, divisi fra atei o agnostici, credenti, religiosi, lo sfruttamento unisce la classe operaia dimostrando che "gli operai non hanno patria", così come le epidemie non
hanno confini.
Anche durante la pandemia, nonostante le restrizioni contro le libertà individuali e collettive - il lockdown, il coprifuoco - e la chiusura di aziende che i governi hanno imposto in tutto
il mondo, lo sfruttamento operaio nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro non si è mai interrotto, anzi si è accentuato.
Accanto a milioni di lavoratori costretti a lavorare nelle fabbriche, nei cantieri, nella logistica, nelle campagne e nel pubblico impiego - in particolare nella sanità senza sicurezza e turni di
riposo obbligati a fare straordinari - altre centinaia di migliaia, milioni sono rimasti senza lavoro e senza salario, senza cassa integrazione o altri sussidi, altri ancora licenziati.
La chiusura di settori lavorativi considerati non essenziali non è servita a ridurre o contenere il numero degli infortuni e dei morti sul lavoro, che invece sono in continuo aumento. Agli oltre
1.400 morti sul lavoro che avvengono ogni anno, e alle decine di migliaia di morti per malattie professionali considerati dai capitalisti "effetti collaterali" della produzione finalizzata al
profitto, si sono aggiunte le centinaia di vittime, morti sul lavoro e di malattie professionali, dovute al coronavirus fra il personale sanitario, agli addetti alla logistica e ai riders.
In questo periodo nonostante i divieti di manifestazione e di sciopero, le denunce contro chi si ribella e protesta, le multe e gli arresti degli operai combattivi, la lotta di classe fra
capitale e lavoro non si è fermata e non va in quarantena.
I borghesi, hanno continuato ad arricchirsi e i padroni a fare profitti anche in piena pandemia. I paesi imperialisti più forti si accaparrano le maggiori dosi di vaccini a scapito dei paesi più
poveri e di quelli europei, l'uso di classe dei vaccini dimostra che la medicina preventiva è riservata prima di tutto ai paesi capitalisti.
Le condizioni di vita e di lavoro della classe proletaria sono in continuo peggioramento. Sfratti, licenziamenti, arresti di operai
in lotta per la difesa salario e del posto di lavoro, cassa integrazione, disoccupazione, attacco al diritto di sciopero e alla salute della classe proletaria sono fatti che avvengono
quotidianamente.
La borghesia italiana, per gestire lo scontro che si acuisce fra capitale e lavoro, ha varato il governo di "salvezza e unità nazionale" guidato dal "nuovo salvatore della patria" Mario Draghi ex
governatore della Banca d'Italia e della BCE, chiamando all'unità "nazionale" tutte le classi sociali. In particolare i padroni chiedono agli operai, a tutti i lavoratori - costretti in molte
situazioni a lavorare senza dispositivi di protezione individuali e collettivi in piena pandemia, e usati come carne da macello - di responsabilizzarsi e unirsi ai loro padroni per far riprendere
i loro profitti. Nello stesso tempo il governo cerca tranquillizzare la Confindustria, la media e la piccola borghesia con "ristori".
La storia insegna che gli appelli alla pace, all'unità nazionale lanciati dai borghesi servono solo a smobilitare il proletariato, a contenere e spegnere la rabbia operaia.
Far credere agli operai, agli sfruttati che durante le emergenze gli schiavi salariati sono liberi e uguali al padrone con gli stessi interessi e diritti serve solo a perpetuare il potere dei
capitalisti.
Il ritornello del "siamo tutti nella stessa barca" ormai non regge più. La barca in cui sono stipati i proletari fa acqua da tutte le parti e sta affondando sempre più, mentre i borghesi, le
multinazionali - a cominciare da quelle farmaceutiche dei vaccini - vedono salire a dismisura i loro profitti.
È bastato annunciare poter produrre i vaccini anticovid, ancora prima di averli testati e prodotti, che il valore delle azioni delle multinazionali del farmaco è salito alle stelle.
Dopo il "patto sulla fabbrica" sottoscritto con l'accordo interconfederale del 9 marzo 2018 tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil per incrementare la competitività delle imprese, un nuovo
patto è stato raggiunto fra padroni governo e sindacati. Il 10 marzo scorso, in nome dell'emergenza nazionale è stato firmato il l "Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione
sociale" con il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.
Questi patti sottoscritti anche da altri sindacati falsamente autonomi o di base, in nome dell'emergenza nazionale hanno sposato completamente gli interessi dei padroni in cambio di privilegi
come la partecipazione ai tavoli (di concertazione) governativi e l'ingresso nei salotti buoni della borghesia.
I servi, cani da guardia del padrone, i dirigenti del movimento sindacale corrotti e l'aristocrazia operaia che vive delle briciole che i padroni concedono, vanno trattati alla stessa
stregua.
Il capitalismo è la società del crimine organizzato che prospera e si arricchisce sullo sfruttamento, sulle nuove malattie che crea e sulle disgrazie dei proletari e degli esseri umani.
Oggi, utilizzando la pandemia, i capitalisti, le multinazionali, le banche, la finanza che controllano e decidono la politica che i governi borghesi devono attuare, ne approfittano per imporre
sacrifici e sempre più pesanti misure contro la classe operaia e le masse popolari con l'imposizione di limitazioni alle libertà personali e costituzionali, ma non alle merci. L'accumulazione del
profitto si realizza meglio con la pace sociale, ma in caso di conflitto la forza dello stato borghese diventa necessaria e utile al padrone.
I lavoratori che si ribellano e difendono i propri interessi sono multati, licenziati, repressi, arrestati, condannati. Ogni momento di ribellione di massa, di socialità, di lotta di classe è
criminalizzato.
Scendere in piazza, riprendere i contenuti della giornata di lotta del 1° Maggio - manifestazione nata a Chicago nel 1886 e dal 1890 diventata una scadenza di lotta internazionale contro lo
sfruttamento capitalista, per la limitazione dello sfruttamento giornaliero e la giornata lavorativa per le otto ore e altri provvedimenti legislativi al fine di tutelare l'integrità fisica del
proletariato - oggi più di ieri diventa una necessità di sopravvivenza.
Anche nel 2021 in piena pandemia da covid, nonostante i divieti di manifestare in molte parti del mondo il movimento operaio internazionale non rinuncia a scendere in lotta con parole d'ordine
comuni contro lo sfruttamento, per la difesa della salute e dell'integrità fisica dei lavoratori.
Una delle conquiste del 1° Maggio, la giornata lavorativa di otto ore 8 ottenuta circa 134 anni fa (ormai messa continuamente in discussione) è ancora oggi all'ordine del giorno sui posti di
lavoro (come per gli operai di Texprint di Prato), come rivendicare sicurezza e salute, ambienti salubri sul lavoro e sui luoghi di vita, la riduzione dell'orario di lavoro, la diminuzione di
ritmi, pause, di lavoro e dispositivi di protezione individuali e collettivi per difendersi dalle vecchie e nuove malattie.
Le "conquiste" operaie sono sempre state il risultato di una forte lotta di classe, una guerra civile fra la classe dei capitalisti e quella degli operai e dei rapporti di forza esistenti in quel
momento e oggi come ieri il nostro motto è sempre "Proletari di tutto il mondo uniamoci".
La nostra forza è nella solidarietà internazionalista, nell'unione tra gli operai che in tutto il mondo - e sono tanti - lottano contro lo sfruttamento, il capitale, l'imperialismo, le
guerre.
In questo 1° Maggio esprimiamo la nostra solidarietà militante rivoluzionaria agli operai, agli sfruttati, che combattono contro i propri padroni e l'imperialismo, agli antimperialisti e in
particolare a tutti i compagni che nelle galere di tutto il mondo continuano a lottare PER IL SOCIALISMO E IL COMUNISMO
Michele Michelino, Nuova Unità n.2 * | nuovaunita.info
aprile 2021