G7 e Covid

La promessa dei vaccini contro il Covid-19 del G/ è la farsa dell’anno

di Marc Vandepitte(*); da: rebelion.org; 15.6.2021

 

Briciole

La donazione di 1.000 milioni di vaccini può sembrare un grande gesto, ma tu sapevi che Cuba avrà prodotto per conto suo 100 milioni di dosi per la fine di quest’anno? La maggior parte di esse saranno esportate nei paesi che ne hanno bisogno.

Per inquadrare il contesto, il PIL del G7 (composto da Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Giappone, Francia, Canada e Italia, più una delegazione dell’Unione Europea, n.d.t.) è di 340 volte il PIL di Cuba, un paese che oltretutto patisce un blocco economico molto duro da parte degli Stati Uniti.

La retorica imprecisa di Biden e degli altri leaders del G7 nasconde il motivo reale della loro promessa. I dirigenti del G7 non sono preoccupati delle sorti dei paesi poveri. Se così fosse, non si sarebbero accaparrati – l’anno scorso – la maggior parte dei vaccini disponibili a detrimento del resto del mondo.

 

Sapevi che i 10 paesi più ricchi possiedono circa l’80% di tutti i vaccini contro il Covid e che solo uno 0,3 dei vaccini arriva oggi nei paesi a basso reddito? Sapevi che gli Stati Uniti, dove vive il 4% della popolazione del pianeta, hanno comprato più di 1.000 milioni di dosi di vaccini? Questa quantità è sufficiente a vaccinare la sua popolazione due o tre volte.

 

A causa di questo vergognoso accaparramento di vaccini i paesi ricchi nel loro insieme hanno oggi un surplus di 2.500 milioni di vaccini. Così adesso vanno a regalarne un po’ ai paesi poveri. C’è il timore che siano vaccini non desiderabili o di qualità inferiore. I paesi ricchi hanno svuotato il buffet e lasciano i resti per i paesi poveri. Non è esattamente una dimostrazione di generosità.

 

La verità è che si tratta di briciole. La meta dell’Organizzazione Mondiale della Salute è vaccinare almeno il 70% della popolazione mondiale nel corso di un anno. Per riuscirci ci vorrebbero 11.000 milioni di dosi di vaccino. Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha avvertito che, se non si vaccina in fretta la popolazione dei paesi in via di sviluppo, il virus potrebbe continuare a mutare e a creare resistenza ai nuovi vaccini. Riguardo al piano del G7, egli ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di più di questo […] Abbiamo bisogno di un piano globale di vaccinazioni, dobbiamo agire con la logica,con il senso di urgenza e con le priorità di un’economia di guerra, e siamo ancora ben lontani dal conseguirlo”.

 

Per poter vaccinare gli abitanti dei paesi poveri con sufficiente celerità abbiamo bisogno di soli 38.000 milioni di dollari quest’anno. Ma non si è ottenuto neanche questo. Al momento è stata donata solo la metà di questa cifra. Parliamo soltanto dello 0,3 per cento dei 5,6 bilioni di dollari che i paesi ricchi hanno iniettato alle loro economie in risposta al Covid.

 

I veri motivi

In conclusione i veri motivi per donare 1.000 milioni di vaccini non sono caritatevoli o frutto della preoccupazione peri poveri del pianeta, ma vanno cercati altrove.

 

In primo luogo è un buon modo di spazzare sotto il tappeto il dibattito fondamentale, quello sui brevetti.

I giganti della farmaceutica non devono preoccuparsi, possono continuare a fare soldi senza essere disturbati.

 

Un secondo motivo è di carattere geopolitico. L’Occidente osserva costernato come la Cina sia la grande trionfatrice nella distribuzione dei vaccini. Sapevi che almeno 70 tra paesi e regioni hanno approvato i vaccini cinesi o hanno firmato accordi per riceverli? “La Cina diventerà un socio fondamentale sul lungo periodo” ha affermato Richard Hatchett, amministratore delegato della “Coalizione per le Innovazioni in Preparazione per le Epidemie”, uno dei gruppi che guidano il programma di distribuzione dei vaccini nei paesi in via di sviluppo dell’ONU.

E lo stesso motivo vale per la Russia. Più di 30 paesi hanno già deciso di comprare o di produrre il vaccino russo Sputnik V.

Il pomposo gesto del G7 deve servire a fermare questa “diplomazia della vaccinazione”.

 

Sia come sia, Gordon Brown - ex primo ministro della Gran Bretagna, paese anfitrione del G7 – descrive il piano come “un catastrofico fallimento”. “Ho paura che abbiano sbagliato la prima prova (…) perché questo gesto assomiglia di più al passare il vassoio delle elemosine che a un piano integrale di vaccinazione mondiale”.

 

Se prendiamo in considerazione tutto questo, l’impegno solenne dei leaders del G7 promette di essere la farsa dell’anno.

 

 

(*) Filosofo  ed economista belga.

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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