La lotta non è andata in vacanza
editoriale "nuova unità" n. 5, Settembre 2021
Vaccini, green pass e crisi afghana oscurano e impediscono di vedere come questi argomenti si ripercuotono nel movimento operaio
Il ritiro dei militari statunitensi dall’Afghanistan dopo 20 anni di saccheggio - preannunciato da tempo e fatto
passare come decisione umanitaria - in realtà è la consegna del paese in rovina (i lavoratori da mesi non sono pagati, l'aspettativa di vita è scesa da 46,6 a 44,6 anni e l’alfabetizzazione è
diminuita dal 36 al 28%) nelle mani dei talebani mentre il governo fantoccio scappa all’estero. L’operazione, che all'epoca le forze politiche e i massmedia hanno giustificato per “liberare le
donne dal burka” ed esportare la democrazia occidentale, è costata agli Stati Uniti la stellare cifra di mille miliardi di dollari. E al nostro Paese - sempre al servizio degli USA, della NATO e
delle proprie mire imperialiste che fu in prima fila nell'invio di truppe e istruttori militari - è costata, in piena crisi economica, 8,7 miliardi di dollari sottratti alla sanità,
all’educazione, alle spese sociali. Ora, sempre al seguito dell’imperialismo, si creano ponti aerei per “proteggere vite umane”, ovvero i collaborazionisti e collaboratori delle ONG su cui tutti
i partiti concordano per ospitarli mentre i migranti, che affrontano viaggi disumani per scappare da fame e guerre e riescono a non morire in mare, vengono rinchiusi in vergognosi centri.
Il piano di vaccinazione è fallito e non certo per la minoranza no vax, ma per incapacità del generale che, non potendolo ammettere, lascia il campo alle autorità: dal presidente della Repubblica
a Draghi al papa arrivano ricatti morali e pressioni a vaccinarsi e, invece di adottare cure e terapie adeguate, inventano il green pass (in attesa dell'obbligatorietà) spacciandolo per
“strumento di controllo dei contagi”, oppure obbligano al tampone ogni due giorni, ovviamente a proprie spese e presso strutture private. Di fatto sono vigliacchi abusi dello stato di emergenza
per dividere e comprimere i diritti, trasformare il consenso informato in un consenso estorto.
Una vera e propria discriminante nei confronti dei non vaccinati considerati un pericolo pubblico, ai quali si impedisce di andare in vacanza, partecipare ad eventi culturali, utilizzare i mezzi
di trasporto a lunga percorrenza, accedere agli studentati, agli impianti sportivi e persino in biblioteca ecc.
Viene sospeso senza retribuzione il personale della sanità anziché incrementarlo, si colpevolizza il personale docente e Ata e non si rafforza con nuove assunzioni, non si prendono misure
strutturali necessarie a evitare sovraffollamento delle classi e garantire la ripresa delle lezioni in presenza e in sicurezza, non si fanno investimenti sui trasporti pubblici per evitare una
delle cause di contagio e si addossa sui ferrovieri una mansione (peraltro non retribuita) di controllo che non compete loro.
Controllo sociale e deriva autoritaria impediscono agli operai e lavoratori, oggettivamente divisi, di usufruire delle mense aziendali se non sono in possesso del green pass (funzionale anche al
depotenziamento e sgretolamento del servizio).
Chi non si vaccina non ha più diritto al periodo di malattia in caso di quarantena, nella maggioranza dei settori produttivi può lavorare, ma non può mangiare insieme ai vaccinati (che comunque
non sono esenti dall'infezione) – che dovrebbero essere immuni, secondo il governo – ed è fatto passare come untore quando in realtà è sano.
Governanti, giornalisti passa veline e accondiscendenti medici e specialisti (a dimostrazione che la scienza non è neutrale) perennemente in TV l'unica cosa che non dicono è che i non vaccinati
sono sani. Attaccano i no vax per screditare coloro che semplicemente si rifiutano di prestarsi ad un esperimento di massa, ma credono nella necessità di ricevere cure precoci e domiciliari
appropriate, nella prevenzione sanitaria e territoriale. Che vanno oltre il vaccino e si oppongono alla privatizzazione e mercificazione della sanità, ai continui tagli dei posti letto, del
personale, alla percentuale che stabilisce i ricoveri in base alle esigenze aziendali della sanità regionale e nazionale e non ai bisogni della popolazione e che rifiutano le scelte governative
di investire più nelle armi che nella salute.
Ogni caccia F35 dei 90 acquistati costa quanto 7120 ventilatori polmonari e il rifinanziamento delle 40 missioni militari all’estero
(oltre 9 mila i soldati dispiegati in Europa, Asia e Africa) nel 2021 raggiungeranno 1,2 miliardi di euro, quasi 100 milioni in più rispetto al 2020 quando il paese era in pieno contagio.
L'appartenenza alla NATO costa all'Italia 70 milioni al giorno.
Però sono i vaccini e il green pass che hanno tenuto banco per tutta la stagione, soprattutto per le proteste dei novax - in molti casi strumentalizzati da forze fasciste - spegnendo l’attenzione
sui violenti disegni governativi. È passato lo sblocco dei licenziamenti, è partita l’attuazione del PNRR, ovvero la strategia del governo “per il rilancio della crescita, l’innovazione, la
sostenibilità, l’inclusione sociale e la coesione territoriale nel triennio 2021-23” - approvato dai rami del Parlamento in aprile - che permette alla borghesia italiana (e alla mafia con lo
sblocco dei subappalti) di predare i fondi previsti dalla UE.
Innovazione, modernizzazione del Paese, equità e inclusione sociale, sostenibilità ambientale si tradurranno in un piano di riforme che avranno un impatto più che negativo sulla classe
lavoratrice. Non a caso insieme al termine ripresa si martella sulla resilienza, mediaticamente mai usato tanto. I lavoratori devono aspettarsi nuove misure antioperaie, anche di carattere
repressivo, sfruttamento, aumento dei licenziamenti, precarietà e ulteriore attacco alla sicurezza sui posti di lavoro. Nulla di buono neppure sul piano della giustizia, i processi civili saranno
velocizzati, in particolare quelli per le esecuzioni di sfratto e pignoramenti.
Sotto silenzio estivo è passata anche la decisione di Draghi di avvalersi della consulenza di Elsa Fornero – quella della riforma delle pensioni lacrime e sangue e della dimenticanza degli
esodati – per rendere più efficiente la realizzazione del suo programma. Appena arruolata, per non smentirsi, ha confermato che è il momento di compiere scelte impopolari.
Sparite dall’informazione le vertenze di centinaia di fabbriche che resistono e che agosto e la sua calura non hanno piegato: dalla Whirpool alla GKN di Campi Bisenzio dove continua l’occupazione
grazie anche al contributo di militanti e lavoratori di varie categorie.
L’escalation dell’offensiva di governi e padroni che spesso sfocia in violenze e aggressioni contro lavoratori e attivisti sindacali deve essere al centro delle rivendicazioni dello sciopero
generale dell’11 ottobre. Lo sblocco dei licenziamenti, il rilancio dei salari, precariato e sfruttamento, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il rafforzamento della sicurezza
dei lavoratori, dei sistemi ispettivi e del ruolo degli RLS, il rifiuto dei decreti Salvini e del jobs act, il rilancio degli investimenti pubblici nella scuola e nei trasporti, nella sanità
contro la privatizzazione, la mercificazione e lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali sono alcuni degli obiettivi fondamentali per il movimento operaio che si distinguono dalla
politica concertativa di Cgil-Cisl-Uil-Ugl.
Ma ci sono altri appuntamenti importanti, entrambi a Firenze: il 18 settembre con GKN e il 26 con il Convegno del CLA (Coordinamento lavoratrici e lavoratori autoconvocati) su “sicurezza, salute,
obbligo di fedeltà" contro la repressione padronale, di Stato e istituzionale.
È giusto opporci contro l’interesse della borghesia di sottomettere tutti ad un sistema basato sulla proprietà privata, il profitto, sullo sfruttamento dell'uomo e dell'ambiente e contro
l’imperialismo Usa e della UE (che sta organizzando il suo esercito...). È giusto lottare contro le scelte dei governi di inviare le truppe all’estero sotto la mistificazione di “missioni di
pace” e per la chiusura delle basi Usa e Nato aggressive, guerrafondaie e costose dislocate su tutto il nostro territorio.
È giusto organizzarci per attuare l'obiettivo strategico dei comunisti che è l’abbattimento del sistema capitalista!
“nuova unità”, periodico comunista di politica e cultura