La scienza e la medicina del capitale
Nella guerra di classe fra borghesia e proletariato un ruolo importante è quello combattuto in campo culturale, medico, scientifico
Le guerre di classe contro il proletariato e le nazioni oppresse per sfruttare più intensamente lavoratori e popoli non si combattono solo con le bombe, i missili, gli eserciti e con lo Stato di polizia che garantisce ai potenti il proprio dominio.
I borghesi stanno usando la pandemia Covid 19 per uscire dalla crisi ancora più forti e potenti e ci dicono che tutto finirà bene se seguiamo le loro decisioni.
Governi, multinazionali e Confindustria sostengono che il vaccino ci libera dal pericolo mortale, che i nemici sono gli untori, quelli che non si vaccinano. Davanti alla pandemia e alla paura di infettarsi e morire molti (anche fra i “compagni”) che sostengono a parole la lotta di classe contro il sistema capitalista, invece di lavorare per unire la classe su posizioni anticapitaliste/antimperialiste nello scontro di classe fra borghesi e proletari che hanno interessi inconciliabili, sono passati a sostenere armi e bagagli la posizione dei padroni e ad alimentare la divisione nella classe sfruttata.
Per i padroni e i loro governi i nemici sono i lavoratori coscienti, i rivoluzionari, i sovversivi - siano essi novax/sivax - che lottano contro la cancellazione dei diritti democratici e scendono in piazza. Considerati nemici del capitale sono anche tutti quelli che si oppongono alle misure di restrizione degli spazi democratici borghesi, i No green pass e No super green pass.
Oggi attraverso una campagna sempre più martellante, la borghesia imperialista è riuscita ad avere il consenso di una parte ampia della popolazione nella lotta contro i presunti “untori” mentre continua ad attaccare le condizioni di vita e di lavoro dei proletari, con una gerarchia di uno Stato sempre più autoritario.
Noi comunisti da sempre lottiamo per instaurare una società socialista che liberi l’uomo dalla povertà materiale, per la felicità umana. Per questo non accettiamo la società capitalista/imperialista come il migliore dei mondi possibili ma la consideriamo un cancro da distruggere. Per questo noi crediamo che l’impossibile diventi possibile con il potere in mano alla classe operaia.
In una società divisa in classi la scienza, la medicina, la giustizia non sono neutrali, sopra le parti, ma al servizio del potere borghese.
Con il nazismo e il fascismo, la scienza del capitale al servizio del potere commise crimini contro l’umanità in nome della “scienza”.
La Germania nazionalsocialista tra il 1933 e il 1939 avviò ampie campagne di sterilizzazione forzata su oltre 300mila persone, esseri umani, giudicate affette da malattie ereditarie. Considerando ereditarie alcune malattie, tra gli altri, i disturbi come la schizofrenia o l’epilessia. Il medico personale di Hitler, Karl Brandt, sviluppò in quegli anni il programma noto come Aktion T4, portato avanti dal “Comitato del Reich per il rilevamento scientifico di malattie ereditarie e congenite gravi”, istituito nel 1938. Il comitato aveva lo scopo di ordinare la soppressione di tutti i bambini fino ai tre anni con malformazioni fisiche e malattie mentali. Negli anni successivi questa politica fu estesa anche agli adulti. Si stima che circa 70mila persone furono uccise attraverso i programmi di eutanasia – e in molti casi di vero e proprio sterminio di massa – del Terzo Reich.
Durante la Seconda guerra mondiale, Eugene Fischer fece esperimenti nei campi di concentramento attraverso prelievi di sangue, tessuti e misurazioni craniali. Inventò una vera e propria scala pseudoscientifica per determinare la provenienza razziale degli internati che si basava sul colore dei capelli: i più puri erano quelli che avevano i capelli biondi, i meticci più “impuri” avevano i capelli neri o con gradazioni di rosso.
Ad Auschwitz Josef Mengele, il “dottor Morte”, il famigerato medico del campo di concentramento faceva i suoi esperimenti sui prigionieri, in particolare sullo studio dei gemelli e del colore degli occhi e sulla capacità di sopravvivenza umana in ambienti estremi (freddo intenso, pressione atmosferica minima, assenza di ossigeno). Ad Auschwitz, la “Scienza” del nazismo si macchiò dei crimini più efferati e scrisse la pagina più oscura della medicina moderna.
Nell’Italia fascista alcuni dei più noti e rinomati scienziati e medici pubblicarono su “Il Giornale d'Italia” del 14 luglio 1938, con il titolo “Il fascismo e i problemi della razza, il Manifesto degli scienziati razzisti o Manifesto della razza, anticipando di poche settimane la promulgazione della legislazione razziale fascista (settembre-ottobre 1938). Firmato da alcuni dei principali scienziati italiani, il Manifesto divenne la base ideologica e pseudo-scientifica della politica razzista dell'Italia fascista.
Il profitto è la molla, il fondamento e l’obiettivo di tutta la società capitalista. Per i borghesi, i padroni, il profitto viene prima di tutto, prima della salute e della vita del proletariato e delle masse popolari. Pagare gli scienziati, i tecnici, per ricerche finalizzate a realizzare il massimo profitto in ogni campo economico della società è una delle spese necessarie per il capitale.
Nello stesso tempo ostacolare, nascondere gli studi di scienziati indipendenti, senza conflitti d’interessi, sulla salute, sugli inquinanti e cancerogeni, sulle malattie, è da sempre l’obiettivo dei padroni delle industrie multinazionali e della società capitalista/imperialista.
La scienza e la medicina del capitale sono funzionali alle esigenze e agli interessi del sistema
La scienza del capitale l’abbiamo subita sulla nostra pelle anche per quanto riguarda l’amianto e il cloruro di vinile monomero.
La storia dell’amianto e del “progresso” è costellata da centinaia di migliaia di morti di operai e cittadini.
Gli studi sulla sua pericolosità risalgono a primi anni del 1900 quando in Gran Bretagna furono approvate le prime leggi che prevedevano il monitoraggio della salute dei lavoratori e i risarcimenti per chi si ammalava.
L’uso dell’amianto, che ha arricchito le multinazionali e i padroni di tutto il mondo, ha causato una strage di lavoratori e cittadini dimenticata da tutti i governi, poco conosciuta dall’opinione pubblica, che però continua.
Ancora oggi l’amianto uccide. Solo in Italia ogni anno le vittime sono 6.000, 16 al giorno, quasi 2 ogni ora. L’amianto è un cancerogeno che non provoca solo il mesotelioma, il tipico tumore d’amianto, ma anche un’altra decina e più di cancri, tumori e malattie molto invalidanti.
I governi, le autorità mediche e scientifiche - molte delle quali sui libri paga delle multinazionali e delle lobbies dell’amianto -, la “scienza” ufficiale, fino a pochi anni fa negavano la cancerogenicità di questo minerale e ancora oggi nei processi per i morti di amianto gli avvocati e i consulenti dei padroni continuano a negarla.
Noi abbiamo imparato sulla nostra pelle che la lotta per la salute in fabbrica e nel territorio non va delegata a nessuno, meno che mai a Governi, padroni e Confindustria che oggi durante la pandemia, mentre a parole dichiarano di difendere la salute dei cittadini, costringono i lavoratori con il ricatto della perdita del posto di lavoro, con il green pass, a condizioni lavorative sempre peggiori.
Eppure la prevenzione sarebbe semplice: basterebbe un piano nazionale di rimozione dei 40 milioni di tonnellate di amianto presenti in Italia a cominciare dai 400mila manufatti di amianto di scuole, ospedali, tubature, edifici pubblici per salvare decine di migliaia di vita umane.
Questo sì che sarebbe una grande opera utile alla popolazione!
Che le industrie capitaliste finanzino studi di parte e nascondano, per ragioni di profitto, i danni che certe sostanze nocive usate nelle lavorazioni provocano a lavoratori e cittadini è ormai dimostrato.
Morti per cloruro di vinile monomero
Anche durante il processo Montedison a Porto Marghera sugli omicidi dei lavoratori morti per cloruro di vinile monomero e sui crimini ambientali della laguna di Venezia iniziato il 13 marzo 1998, l’azienda nascose i dati sulla cancerogenicità e la relazione tra angiosarcoma e cloruro di vinile, già dimostrata da studi condotti dalle stesse aziende chimiche produttrici e tenuta segreta (anche dagli “scienziati” che li avevano fatti) senza avvisare i lavoratori e senza prendere alcun provvedimento per la salute.
Le gravi conseguenze dell’esposizione al CVM, ipotizzate per la prima volta nel 1969 al Congresso Internazionale di Medicina del Lavoro di Tokio da un medico della Solvay, Pierluigi Viola, furono definitivamente confermate in Italia in seguito ad un’indagine epidemiologica commissionata da Montedison all’Università di Milano, condotta nel 1971 dal prof. Cesare Maltoni negli stabilimenti di Brindisi, Marghera, Terni e colpevolmente nascoste per non intaccare i profitti della multinazionale.
Non c’è da stupirsi che il capo redattore della rivista scientifica inglese Lancet (considerata una delle più autorevoli) abbia dichiarato recentemente che “… gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può semplicemente essere falsa”.
La ricerca indipendente è strozzata, la stragrande maggioranza delle ricerche è finanziata da aziende private, sia per quanto riguarda l’attendibilità dei risultati, sia perché la ricerca è indirizzata ad ottenere risultati spendibili sul mercato, non socialmente utili. Anche nei pochi casi in cui è finanziata dallo Stato, come per i vaccini, i profitti diventano privati e finiscono nelle tasche degli azionisti delle multinazionali.
Quando si parla di scienza, sia fatta da uno scienziato, sia da un non addetto ai lavori, si ha sempre l’idea di parlare di qualcosa che non ha a che fare col conflitto d’interessi, con l’economia, con l’egemonia, con il capitalismo, con l’utilitarismo, con la produttività, con la fallibilità umana. Questo è il grande errore.
Nel capitalismo, la scienza, la medicina, le leggi, i governi e le istituzioni sono espressione delle dinamiche economiche capitaliste, industriali, produttive, politiche e militari. Sono al loro servizio, sostengono i loro interessi e le loro decisioni ricevendo in cambio lauti compensi.
Oggi padroni e governi giustificano il peggioramento costante delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari in tutti i paesi, prendendo a pretesto l’allungamento della vita media della popolazione e la pandemia di Covid 19. L’obiettivo è nascondere la realtà, cioè che nelle società in cui ci sono ricchi e poveri, sfruttati e sfruttatori, ci si ammala e si muore di più (e spesso ancora giovani) fra la classe proletaria che in quella borghese.
La salute dei lavoratori non la difendono i governi e i padroni
La nocività, la usura, la fatica fisica e psicologica dovuta all’aumento dei ritmi, alla ripetitività del lavoro, la precarietà e la disoccupazione, il salario insufficiente, le difficoltà abitative, le pandemie, l’incertezza del futuro, il comando di fabbrica o azienda sempre più repressivo, portano il lavoratore a logorarsi, minando la sua salute.
La vera “scienza”, medicina preventiva è quella che si oppone al capitale, quella che ricerca le cause patogene e le elimina, non quella che cronicizza malattie su cui fare profitti.
La tecnica, la “scienza”, la medicina del capitale non è finalizzata alla prevenzione primaria che rimuove le cause che generano le malattie, né alla guarigione della malattia e ad una aspettativa di vita sana, ma unicamente a cronicizzare le malattie, ad aumentare l’aspettativa di vita del malato, a cronicizzare Covid19 con ripetute “vaccinazioni annue”, come anche le future pandemie che lo sfruttamento sempre più intensivo degli esseri umani e la distruzione dell’ambiente di lavoro e di vita produrrà.
In una società divisa in classi, dove il potere è in mano ai capitalisti il cui unico scopo è la realizzazione del massimo profitto, la scienza e la medicina non sono neutre, ma al servizio della classe dominante.
Solo in una società socialista, con il potere operaio, dove la proprietà privata dei mezzi di produzione è abolita, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo considerato un crimine contro l’umanità, dove si produce per soddisfare i bisogni degli esseri umani e non per il profitto, la classe operaia e proletaria liberando se stessa può emancipare e liberare anche la scienza, la medicina.
Michele Michelino,
Pubblicato sulla rivista “nuova unità” n.7, dicembre 2021