Nessuna guerra ha l’onestà di confessare: Io uccido per rubare
(discorso dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano del 2009)
Le guerre hanno sempre invocato nobili motivi, uccidono in nome della pace, in nome di dio, in nome della civiltà, in nome del progresso, in nome della democrazia e, nel caso che queste menzogne non fossero sufficienti, là stanno i grandi mezzi di comunicazione, disposti ad inventare nemici immaginari per giustificare la trasformazione del mondo in un grande manicomio e in un immenso macello.
Nel “Re Lear”, Shakespeare aveva scritto che in questo mondo i pazzi conducono i ciechi e, quattro secoli dopo, i padroni del mondo sono dei pazzi innamorati della morte che hanno trasformato il mondo in un luogo dove ogni minuto muoiono di fame o di malattie curabili 10 bambini e ogni minuto si spendono 3 milioni di dollari, tre milioni di dollari al minuto, nell’industria militare che è una fabbrica di morte.
Le armi esigono le guerre e le guerre esigono le armi e i cinque paesi che gestiscono le Nazioni Unite, quelli che hanno il diritto di veto nelle Nazioni Unite, sono anche i cinque principali produttori di armi.
Uno si chiede: fino a quando? Fino a quando la pace nel mondo sarà nelle mani di quelli che gestiscono l’affare della guerra?
Fino a quanto continueremo a credere di essere nati per lo sterminio vicendevole e che lo sterminio vicendevole è il nostro destino?
Fino a quando?