Lotte operaie

Avevano ragione gli operai

 

Da anni molte categorie di operai  – soprattutto nel campo della logistica ma non solo  - denunciano e lottano contro le miserabili condizioni di lavoro a cui sono costretti soprattutto dalle false cooperative, nell’indifferenza dei committenti, quei grandi padroni come DHL, Ikea, FedEx-TNT, ecc. in tutta Italia

Il copione è sempre lo stesso: violenza selvaggia della polizia ai picchetti e agli scioperi, denunce, arresti, fogli di via, processi e morti come quella di Adil Belakhdim, sindacalista del SiCobas schiacciato da un camion alla Lidl di Biandrate durante lo sciopero nazionale della Logistica il 18 giugno 2021.

 

Ma, guarda un po’, pochi giorni fa la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia ha finalmente depositato, il 21 aprile,  la sua relazione dopo un anno di audizioni : le sue conclusioni sono quelle da anni denunciate dai lavoratori e dai loro sindacati di base.

Un solo giornale ha riportato stralci della relazione, gli altri l’hanno bellamente ignorata (Il Fatto Quotidiano del 27 aprile scorso, articolo di Chiara Brusini).

 

Scrive la Commissione, descrivendo il mercato del lavoro: “Ricerca del profitto con modalità, termini e proporzioni prevalenti sulla tutela della dignità, della salute e della sicurezza”; “Caporalato urbano ai danni di un incontrollato bracciantato metropolitano per lo più straniero… spesso costretto ad accettare condizioni di lavoro con retribuzioni indegne”; “più in generale condizioni di lavoro contrarie alle leggi ed ai contratti collettivi, ovvero a rinuncia a diritti spettanti in relazione al rapporto di lavoro (quali riposi, ferie, permessi, congedi, ecc.), procurando a sé o ad altri un ingiusto profitto”. E ancora “Paghe indegne e caporalato in ogni settore, dalla ristorazione alla logistica”, tanto che la conclusione della relazione afferma che “serve un nuovo reato nel Codice Penale”.

 

Speriamo che quelle Procure così sollecite e accanite nell’affibbiare provvedimenti repressivi agli operai in lotta lo abbiano letto. Così come speriamo l’abbiano fatto quei leccapiedi dei padroni che siedono –pagati con i soldi dei lavoratori – sugli scranni del Parlamento e nelle sedi dei sindacati confederali  CGIL-CISL-UIL che, dopo aver firmato accordi e contratti che hanno permesso questa macelleria sociale, non hanno mai alzato la voce, proprio in nome del “mercato” e dell’economia (capitalista) del Paese.

 

Conclusione: la lotta paga e fa emergere la verità degli sfruttati.

 

 

d.t. 2.5.2022

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