Senza vergogna
Nella scorsa settimana dobbiamo registrare due fatti, che danno il senso di quanto la “giustizia” NON sia uguale per tutti, ma faccia sempre gli interessi di classe dei borghesi.
Il primo. Abd Elsalam, sindacalista egiziano della USB di 53 anni, padre di 5 figli, che da ben 13anni lavorava a Piacenza, viene ucciso durante uno sciopero, travolto da un camion che forza il picchetto degli operai davanti alla logistica GLS Italy Spa il 14 settembre 2016. Da subito Digos e Procura affermano che si è trattato di una “fatalità”. Il processo si è concluso nel luglio 2020 con la piena assoluzione del camionista che l’ha ucciso. Ma non finisce qui.
Migliaia di lavoratori – dato importante: una volta tanto di tutti i sindacati di base – parteciparono a manifestazioni di protesta per la sua morte il giorno seguente, a Piacenza e in altre città come Bologna e Roma, a seguito delle quali vennero denunciati alcuni manifestanti per “lancio di oggetti”, “resistenza a pubblico ufficiale” ecc. ecc. .
Bene, a distanza di 3 anni, il quadro è questo: l’uccisore di Abd El Salam è libero come l’aria, tre manifestanti sono stati invece condannati a 4 mesi di reclusione pochi giorni fa.
Non sarà l’ultimo caso.
Biandrate, Novara, magazzini della Lidl. Il 18 giugno 2021 la storia si ripete. Investito e trascinato per metri e metri da un mezzo pesante che forza il picchetto degli operai questa volta a morire è l’operaio marocchino di 37 anni Abdil Belakdim, sindacalista del SICobas. Abdil non tornerà più da sua moglie Lucia e dai suoi 2 bimbi, il suo investitore è, in base alle ultime notizie, agli arresti domiciliari.
Finirà allo stesso modo?
Il secondo. Torino, Corte d’Appello, 14 luglio. Si apre, si fa per dire, il processo Eternit bis a Stephan Schmidheiny per la morte da amianto di 2 lavoratori nello stabilimento di Cavagnolo. Ma …. Sorpresa, la chiavetta USB contenente il 90% del materiale relativo al processo di 1° grado è completamente - ed opportunamente, diciamo noi a questo punto- vuota, inservibile, e quindi i giudici sono “mortificati” ma il processo è sospeso. I morti di amianto della Eternit solo a Casale Monferrato sono circa 400: questo non si chiama strage? Ma la chiavetta, ahimè, è vuota e i giudici se ne accorgono solo il giorno in cui devono emettere la sentenza.
Sono solo due degli ultimi fatti che dimostrano quanto vale la nostra vita di lavoratori: niente.
Per i padroni, per lo Stato, per la “giustizia uguale per tutti” siamo solo una merce, carne da macello da sfruttare e gettare via.
Fino a quando lo sopporteremo? Nessuno ci darà giustizia, quella vera – è questo il messaggio forte e chiaro che ci mandano - finchè non ci organizzeremo per batterci per la nostra vita, per la nostra salute, per un futuro dignitoso. Tutte cose incompatibili con il capitalismo, il sistema barbaro in cui viviamo. Non è ideologia, sono solo i fatti concreti di ogni giorno che ce lo dicono.
(dt)