Palestina

Israele e il costante genocidio di Gaza: l’importanza dei titoli delle notizie

di Marwan Perez; da: rebelion.org, 8.8.2022

 

Oggi 5 agosto, dalle 15.30 ora spagnola, Israele sta bombardando la Striscia di Gaza. Quella Striscia che da 15 anni è bloccata e sopravvive ad un assedio in cui è difficile capire come i due milioni dei suoi abitanti possano continuare a vivere.

 

La stampa spagnola (n.d.t.: idem quella italiana) pubblica le prime notizie sottolineando:

Israele ha bombardato e distrutto una cellula terrorista a Gaza;  Israele uccide un comandante yihaidista: Israele inizia la “Operazione Alba”; le Forze di difesa di Israele hanno attaccato obiettivi terroristici.

 

Se analizziamo il linguaggio utilizzato nelle notizie, notiamo:

. Nome dell’Operazione: Israele chiama l’operazione militare “Alba”. La parola ‘alba’ significa inizio del giorno, associato al sole, al nuovo giorno, a speranza, bellezza… cioè chiama un’operazione criminale con un nome che noi esseri umani associamo ad un concetto positivo in se stesso. Dobbiamo chiederci che succederebbe se l’operazione si chiamasse, ad esempio,  ‘bombe che distruggono le vite palestinesi’; in questo caso il nome sarebbe molto più vicino alla realtà e noi tutti rimarremmo colpiti nel vedere come gli israeliani (per l’ennesima volta) bombardano il territorio di Gaza.

. Esecutori:l’operazione è eseguita dalle Forze di “difesa”, come si autodefinisce l’esercito israeliano invece di quello che in realtà è, forze di attacco. Anche la parola ‘difesa’ evoca la necessità di agire in una situazione ingiusta che richiede un’azione difensiva e, quindi, legittima, e quanto rimane al lettore è che questa operazione “Alba” viene portata avanti da “forze” che agiscono per legittima difesa.

. Obiettivi: gli obiettivi perseguiti da questa operazione, secondo i titoli della stampa, sono distruggere cose negative, come ‘una cellula terroristica’, ‘obiettivi terroristici’, o ‘un comandante yihaidista’ (che anch’essa si associa al terrorismo). L’obiettivo reale è la distruzione della popolazione palestinese.

 

Questi titoli e questo modo di passare le notizie portano il lettore a vivere un fenomeno chiamato “disconnessione morale”: cioè, anche se il lettore è profondamente convinto che uccidere persone che non possono difendersi è moralmente inaccettabile, in alcuni casi egli si ‘disconnette’ e riesce anche a giustificarlo.

A questo portano tali titoli, che attivano automaticamente e quasi incoscientemente i seguenti meccanismi di disconnessione morale:

  1. Giustificazione morale: è bene difendersi dai terroristi;
  2. Linguaggio eufemistico: non si tratta di un attacco mortale, ma è solo l’operazione “Alba”, per dar loro una lezione e perché rimangano al loro posto;
  3. Spostamento della responsabilità: non è Israele il responsabile, lo sono gli abitanti di Gaza; difendersi dai terroristi è ciò che fa qualsiasi società, anche se lo fa bombardando; in qualche misura bisogna difendersi e se non lanciassero razzi non li si castigherebbe;
  4. Disumanizzazione: gente come questa non deve essere trattata come esseri umani.

Se ci lasciamo trascinare da questi titoli, se non li analizziamo in modo che si attivino i meccanismi di disconnessione morale, finiremo per giustificare il genocidio israeliano della popolazione di Gaza, che è ciò che in realtà sta succedendo.

 

Molto in sintesi, la contestualizzazione della situazione è la seguente:

Gaza è occupata da Israele, quindi i ruoli sono ‘occupati’ e ‘occupanti’. In questi ruoli ci sono quelli che attaccano (gli occupanti) e altri che si difendono (gli occupati); secondo la III Convenzione di Ginevra ogni popolo occupato ha il diritto di difendersi, per cui il lancio di razzi e di quello che i palestinesi scelgono di usare, viene fatto sulla base del loro legittimo diritto alla difesa come occupati. Quindi, se gli occupati esercitano il loro diritto di difendersi – riconosciuto dalla legislazione internazionale – allora non possono essere chiamati terroristi; tali sono invece coloro che occupano e coloro che hanno forze di attacco addestrate e preparate ad uccidere esseri umani, che oltretutto sopravvivono  ad un blocco che dura già da 15 anni.

 

Quando si chiarisce e si capisce cosa sta succedendo, allora i meccanismi di disconnessione morale - quali la giustificazione morale, l’uso di eufemismi, la responsabilità o la disumanizzazione – non funzionano più. E, ancor più, quanto più noi umani utilizziamo la disconnessione morale, più inumani diventeremo, perché diventeremo capaci di spiegare qualsiasi evento, per macabro che sia,  e questo ci porterà alla nevrosi.

Allora attenzione ai titoli dei giornali perché, senza saperlo, i giornalisti stanno contribuendo a peggiorare la salute mentale dei loro lettori.

 

Nota di Rebelion.org: A tutto il 7 agosto 2022 ci sono 43 morti, tutti palestinesi, e più di 300 feriti, tra cui un centinai di bambini.

Nota del traduttore: sull’argomento vi consigliamo di  leggere l’ottimo articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano di oggi : https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/08/08/il-raid-israeliano-su-gaza-e-i-giornali-italiani-colpa-dellaggredito-ma-le-grandi-testate-internazionali-raccontano-unaltra-storia/6755955/

 

(traduzione di Daniela Trollio

 

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” – Sesto S.Giovanni

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