Ci sarà un inferno per gli assassini dei bambini?
di Guillermo Cieza (*); da: lahaine.org; 22.8.2022
Non so se esiste l’inferno, ma se esistesse non sarebbe giusto che tutti i condannati pagassero lo stesso castigo. Dovrebbe esserci un inferno apposito per gli assassini di bambini.
L’assassinio di un bimbo o di una bimba non può essere giustificato con l’autodifesa, con un’emozione violenta, con ragioni patriottiche o differenze insopportabili. Un bambino è qualcuno sia completamente innocente che con un futuro imprevedibile.
L’assassinio di bambini è sempre pianificato e realizzato in nome di cause che vengono presentate come “superiori”. Attraverso il Vangelo di Matteo conosciamo la storia di Erode il Grande, che fece assassinare i bambini di Gerusalemme per paura che fosse nato un futuro Re dei giudei che l’avrebbe sostituito.
Gli eredi di Erode si sono sempre rifatti a cause più sofisticate e perverse, come la difesa della purezza della razza superiore o del popolo eletto.
I nazisti uccisero più di un milione di bambini per il solo fatto di essere ebrei, gitani, figli di dissidenti o con problemi di handicap.
Nelle ultime settimane il sionismo ha ucciso 17 bambini palestinesi per il solo fatto di essere palestinesi.
L’esercito israeliano si è assunto la colpa dell’assassinio di soli 5 di essi, quando ha bombardato il cimitero Al-Faluja, all’est di Jabalya, il 7 agosto.
Negli ultimi vent’anni il sionismo ha assassinato più di 3.000 bambini palestinesi.
Il sionismo, come il nazismo, si maschera dietro storie e affermazioni scientifiche false per nascondere di essere l’espressione più disumanizzata del capitalismo. Il sionismo non è l’espressione del popolo ebreo, è solo un’ideologia che si è imposta negli ultimi decenni in quel popolo. Una forma di assumere l’ebraismo che non difende neppure conseguentemente quelli del proprio sangue.
Basta ricordare che nell’Argentina dei militari lo Stato sionista di Israele, ed entità rappresentative come la DAIA (Delegazione delle Associazioni Israelitiche Argentine, ong fondata nel 1935, a cui aderiscono 140 istituzioni ebree argentine, n.d.t.), abbandonarono centinaia di giovani ebrei nei campi di concentramento del regime genocida nel 1976.
I sionisti condividevano con i nazisti, che dirigevano quei centri di sterminio, l’idea che la difesa del capitale giustificava tutti i crimini.
Anche se, per essere giusti, bisogna riconoscere che la pratica abituale dei genocidi argentini era rubare i bambini, non ucciderli.
Il 16 agosto celebriamo (in Argentina, n.d.t.) la Giornata dell’Infanzia e quando guardiamo i nostri bambini che giocano, ricordiamo per un momento i bambini e le bambine palestinesi che, anche loro, volevano solo giocare, ridere, crescere felici finchè sulle loro case o nei loro rifugi è piombato un missile sparato dalle forze sioniste.
Per non dimenticare. Per non perdonare.
(*) Scrittore argentino
(traduzione di Daniela Trollio)
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)