Da alcuni anni è in atto un tentativo, da parte della borghesia, di riscrivere la storia della Resistenza al nazi-fascismo deresponsabilizzando la classe dirigente dai crimini commessi contro l’umanità.
I borghesi sono maestri nel rifare la storia scaricando su altri i propri crimini e hanno i mezzi economici, di informazione e gli intellettuali prezzolati che fanno questo per loro.
Con questa operazione si cerca di autoassolvere le responsabilità del capitale, imputando alla natura umana la bestialità presente in ogni essere umano che scatenerebbe l’uomo contro il suo
simile.
In questo modo le responsabilità del capitale vengono meno e il sistema completamente assolto.
Secondo questo schema i responsabili dei campi di sterminio nazi-fascisti, dei milioni di proletari mandati al macello nella 2° guerra mondiale, dei morti e degli invalidi non sono più i padroni, le multinazionali legate all’industria militare, ma diventano l’egoismo, l’invidia, l’ignoranza e l’istinto violento che secondo loro è patrimonio delle classi sottomesse. Si cerca di far dimenticare che nei lager, oltre agli ebrei, non sono finiti solo i “pericolosi bolscevichi”, ma tutti coloro che ostacolavano o che osavano sfidare il “nuovo” ordine, primi fra tutti i lavoratori tedeschi ribelli. In particolare gli operai che nelle fabbriche, in sintonia con i partigiani “sabotavano” la produzione”.
Oggi i borghesi e gli intellettuali al loro servizio, sia al governo che all’opposizione non perdono occasione per denigrare la resistenza, parlando di “pacificazione” e di pari dignità fra chi combatteva per la libertà (i partigiani) e chi per mantenere la dittatura (i fascisti), cercando di mettere sullo stesso piano oppressi e oppressori, sfruttati e sfruttatori.
Questi paladini della dignità umana usano tutte le occasioni per scaricare sul movimento comunista i loro crimini.
Centrodestra e centrosinistra sono le due facce della stessa medaglia capitalista, accomunati da un unico interesse: la salvaguardia del sistema capitalista che continua a riprodurre i borghesi come padroni e gli operai, i proletari, come schiavi salariati.
Oggi nella crisi mondiale continuiamo a sentire i ritornelli di sempre; salvezza dell’economia nazionale, maggior produttività, aiuti di stato alle imprese, obiettivi da sempre perseguiti dai padroni di tutto il mondo. La storia insegna e noi non dimentichiamo che chi parla di bestialità insita nell’uomo, chi persegue la logica del massimo profitto rendendosi responsabile degli omicidi di migliaia di lavoratori sul lavoro e di lavoro, appartiene alla stessa classe sociale di chi nel campo di stermino di Auschwitz fece mettere la scritta “il lavoro rende liberi”.
Nel momento in cui la concorrenza si acuisce, le guerra economica si trasforma sempre più in guerra militare per la conquista di nuovi mercati, continuano le campagne contro lo straniero; i cinesi che invadono il “nostro” mercato, gli arabi che continuano a rincarare il petrolio, i lavoratori “extracomunitarii” che “rubano “ il lavoro agli italiani, argomenti che non sono poi così diversi da quelli usati da Hitler e Mussolini. La crisi rafforza e dà voce ai nuovi promotori dell’olocausto del capitale. Tocca agli operai, ai lavoratori, alla loro parte più cosciente, i comunisti, combatterli, affinché la storia non si ripeta.
Michele Michelino